cerchio o ellisse? |
domenica 10 maggio 2015
Il riflesso condizionato
Pavlov è conosciuto per aver studiato il riflesso condizionato, molti sono gli esperimenti che ha attuato. Meno noto l'esperimento sull'induzione di stati di indecisione nei cani, con cui fu in grado di indurre schizofrenia e stati confusionali nei cani. In questo esperimento Pavlov mette il cane di fronte a un cerchio o a un'ellisse, addestrandolo a premere il bottone A se si tratta di un cerchio o B se si tratta di un'ellisse. Successivamente, presenta al cane ellissi sempre più similari a un cerchio.
Il cane non riesce quindi più a riconoscere la differenza tra le due figure, e quando sbaglia gli viene inflitta una scossa elettrica. Con questo esperimento studiò l'induzione di stati di indecisione e le varie tipologie della schizofrenia, strettamente connesse con il temperamento dell'animale.
Senza apparentemente ledere nessuna libertà individuale riuscire ad inibire la libertà di scelta attraverso l'impossibilità di determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è bene e ciò che è male, la nostra società è colma di organismi, leggi,media che si occupano proprio di ottenere questo. La nostra società è piena di ellissi che assomigliano a cerchi e noi facciamo la fine dei cani Pavloviani, impauriti e spaventati o arrabbiati fino alla pazzia ma comunque sempre apparentemente liberissimi di scegliere.
E poi c'è l'arma della divisione...
La libertà e la lotta contro le ingiustizie non sono né di destra e né di sinistra così come non lo è lo schiavismo dei cittadine ad opere del sistema bancario finanziario. Questa lotta non ha colore e riguarda tutti, nessuno è a favore della guerra nel profondo del suo cuore, tutti siamo a favore di un mondo più equo, per la libertà, la condivisione e la libera espressione. Chi ci governa non è solo incapace di offrirci queste soluzioni ma ci manipolo affinché pensiamo di essere antagonisti ed impossibilitati ad unirci ed ottenerle
Salviamo il cuore verde del mondo!
Scrivici nei commenti o usando l'hashtag #InterversioneCreativa #IlCuoreVerdeDelMondo COSA FARESTI PER SALVARE IL CUORE VERDE DEL MONDO E PERCHÊ Ê IMPORTANTE
sabato 9 maggio 2015
Diciamo no alle prove Invalsi!
Il Ministero dell’Istruzione ha deciso che gli studenti
di tutte le classi seconde e quinte delle scuole
primarie, tutte le classi prime delle
scuole medie e le terze in occasione
dell’esame di stato e tutte le classi seconde delle
scuole superiori dovranno essere
obbligatoriamente sottoposti ad una serie di test.
I test sono indifferenziati per fascia (ad esempio
nelle superiori saranno gli stessi sia nei licei che
nei professionali).
I test dovranno verificare le competenze degli
studenti in alcuni ambiti (italiano e matematica).
I risultati dei test andranno a determinare un
“punteggio” assegnato ad ogni istituto scolastico.
Quanto più gli studenti di una certa scuola avranno
risposto in maniera corretta, tanto più alta sarà
la valutazione di quella scuola.
L’agenzia che organizza questo lavoro si chiama
INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione
del sistema educativo e di formazione. Per questo
i test sono chiamati “prove Invalsi”.
Queste prove metteranno a confronto le scuole
di tutta Italia. Dunque affinché le prove siano
considerate attendibili tutte le scuole dovranno
partecipare seguendo il “protocollo di somministrazione”.
In poche parole si devono rispettare
una serie di regole altrimenti alcuni dati risulterebbero
falsati e dunque i dati nel loro complesso
non sarebbero tra loro confrontabili: verrebbe
compromessa l’intera attendibilità del processo.
Dato che l’Invalsi non ha personale sufficiente
per la somministrazione, sono le scuole stesse e
i loro insegnanti a dover gestire queste prove, ed
anche correggerle. Per questo il Ministero non ha
la minima possibilità di raggiungere il suo intento
senza l’attiva collaborazione del personale di ogni
scuola.
Non siamo contrari in linea di principio a che
le scuole si dotino di strumenti di valutazione del
proprio operato. Il dibattito non è “valutazione sì
valutazione no”. Dobbiamo occuparci di “questa”
valutazione, attuata da “questo” Ministero. Dobbiamo
domandarci come mai un Ministero che ha
ridotto sul lastrico la scuola pubblica e soppresso
in tre anni 130.000 posti di lavoro, sia oggi tanto
impegnato a realizzare una valutazione di massa,
investendovi anche risorse non indifferenti.
La risposta è semplice: si vuol dividere le scuole
in quelle di serie A e di serie B. Dato che le prove
Invalsi puntano a questo, siamo contrari al loro
svolgimento, e chiediamo a tutte le componenti
del mondo della scuola di opporvisi con ogni mezzo
necessario.
Testare il sistema o costruire gerarchie?
Se le prove Invalsi avessero il
solo fine di “testare” il funzionamento
del sistema scolastico,
sarebbero state somministrate
“a campione” come oggi avviene
con i dati PISA (che confrontano
le performance dei sistemi scolastici di vari Paesi),
così avremmo un’idea “in generale” sulla qualità
dell’istruzione in periferia e in centro città, al Sud
o al Nord.
Al contrario il Ministero considera la somministrazione
delle prove Invalsi come obbligatoria per
ogni scuola.
Scuole di serie B, per sempre?
Anche in altri Paesi (ad esempio
Regno Unito e USA) si utilizzano
da tempo test nazionali sistematici,
finalizzati all’assegnazione
di un punteggio ad ogni scuola.
E ciò ha prodotto deformazioni di sistema pericolosissime.
I genitori sono portati ad iscrivere i figli
presso le scuole con più alto punteggio, che dunque
hanno un numero di aspiranti iscritti sovrabbondante.
Queste scuole possono così permettersi
di selezionare l’utenza in base ai precedenti risultati
scolastici degli aspiranti. Si crea così un circolo
vizioso in base al quale le scuole dichiarate di
serie A godono già in partenza di un vantaggio
che si replica ad ogni nuova tornata di test.
Per le scuole di serie B è difficile uscire dal proprio
stato perché sono “costrette” ad accogliere gli studenti
con più difficoltà “scartati” dalle scuole ad
alta valutazione. Una scuola pubblica non discriminante,
invece, dovrebbe dare spazio ad una
utenza variegata, per non creare scuole ghetto.
È vero, in parte oggi questo già avviene, ma la
valutazione di scuola darà rigore pseudoscientifico
a questa dinamica che lo Stato, invece, dovrebbe
attivamente contrastare.
I “premi” solo al 25% delle scuole
Nei Paesi dove regna la dittatura
dei test, le scuole che conseguono
alti punteggi godono di “premi”,
cioé risorse aggiuntive.
Che sia questo il fine della Gelmini
è dimostrato dal “progetto sperimentale per la
valutazione delle scuole” varato dal Ministero nel
novembre scorso e che ha coinvolto, tra le proteste
dei genitori, alcune città. Il progetto prevedeva
che “alle scuole che si collocano nella fascia più
alta della graduatoria (massimo 25% del totale)
verrà assegnato un premio di importo significativo
(fino ad un massimo di 70.000 euro a scuola in base al numero degli insegnanti) che avrà come
vincolo di destinazione la retribuzione del personale
effettivamente operante nella scuola nel periodo
di sperimentazione”.
I premi non incentivano nessun miglioramento
Questi premi non servono ad incentivare
alcun miglioramento,
dato che il fatto che una scuola
sia di “serie B” dipende dal tipo
di utenza che la frequenta più
che dalla qualità dell’insegnamento.
È noto da tutte le ricerche sociologiche effettuate
sull’argomento, che il successo scolastico
è direttamente legato alla classe sociale di origine,
al capitale culturale familiare, alla solidità del nucleo
familiare, al contesto ambientale. Detto in poche
parole: una scuola di periferia non ha alcuna
possibilità di rivaleggiare, a parità di condizioni,
con una scuola del centro città. Una scuola pubblica
che vuol garantire pari condizioni di accesso
all’istruzione, deve dirigere gli investimenti
e gli “aiuti” non alle scuole “di successo”,
perché non ne hanno bisogno ma, al contrario,
a quelle con maggiori problematicità.
Gli studenti in difficoltà? un peso morto
La crescente importanza data ai
punteggi assegnati ad ogni
scuola farà sì che le scuole scoraggeranno
tutti gli studenti in
difficoltà a proseguire gli studi.
Più studenti in difficoltà frequenteranno una determinata
scuola, infatti, e più il punteggio complessivo
di quella scuola sarà penalizzato.
Si accentuerà così la tendenza a bocciare o in
qualche modo a scoraggiare la permanenza nella
scuola. Un sistema scolastico che vuol far crescere
l’insieme dei suoi giovani cittadini deve
invece incoraggiare le scuole a “tenere” i propri
studenti, e a trovare le migliori strategie per
assicurare il loro successo scolastico.
Nell’ospedale che cura i sani tutti i dottori sono bravissimi
Tra i compiti dell’Invalsi c’è anche
quello di suggerire al Ministero
metodi per differenziare i
docenti in base al “merito”.
Uno dei modi più semplici, in
voga in altri Paesi, è proprio
quello di legarlo al successo della
propria scuola ed eventualmente della propria
classe. I dati infatti rimangono a disposizione delle
scuole discriminati classe per classe. Ciò indurrà i
docenti ad un atteggiamento ostile nei confronti di
tutti gli studenti in difficoltà e li renderà complici
della loro rapida esplulsione dalla scuola: la diminuzione
del numero di studenti in difficoltà nella
propria classe o nella propria scuola, infatti, inciderà
direttamente sul proprio livello stipendiale.
La Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana?
Nonostante l’Invalsi assicuri che
i dati verranno “depurati” da fattori
esterni, i meccanismi di questa
depurazione non sono affatto
noti. Le variabili che incidono
sui risultati scolastici, del resto,
sono assai numerose. E se fossero
prese davvero sul serio renderebbero
inutili i test sistematici
scuola per scuola. Infatti, dati
alcuni fattori “esterni” i risultati
scolastici sono prevedibili, a parità
di risorse. Questo non significa
che il successo scolastico di
un singolo individuo con un certo
background sociale sia inesorabile.
Ma che da una “massa” di individui
accomunati da uno stesso
background sociale, sì, i risultati
sono prevedibili.
Già oggi accade così. È ovvio per qualsiasi insegnante
che c’è una differenza colossale tra insegnare
una stessa materia in un liceo del centro e
in un professionale di periferia.
Questi dati ci sono già: incrociando la provenienza
sociale degli studenti con i tassi di abbandono, i
voti di licenza media o di maturità e la residenza
geografica, ad esempio, avremmo un quadro chiaro
delle scuole da sostenere.
Ma su questi dati nessuno vuol ragionare perché
in realtà i fattori sociali che li determinano non
li si vuol modificare: al contrario si lavora per
cristallizzarli.
Una didattica piegata alla soluzione dei test
Esistono molti dubbi, inoltre,
sulla possiblità che hanno i test
di valutare gli apprendimenti.
E questo è particolarmente vero
per i bambini della primaria il
cui successo a scuola ha più a che fare con il superamento
di ostacoli di natura educativa che strettamente
didattica. Il problema però non è tanto
nell’attendibilità dei test a valutare la qualità di
una scuola, quanto nell’importanza che i loro risultati
finiscono per assumere. Se si trattasse di
un metro di valutazione tra i tanti, infatti, se ne
potrebbe discutere.
Nei Paesi dove se ne fa un uso massiccio, invece, la
didattica è stata “piegata” all’esigenza di superare
i test, proprio perché dai loro risultati dipendono
qualità dell’utenza, finanziamenti, livelli stipendiali.
Sono i test che comandano sulla didattica,
dato che per ogni scuola diventa vitale che i
propri studenti possano superarli con successo.
Già oggi una parte del tempo in terza media è
dedicato all’”allenamento” per il superamento dei test Invalsi in occasione dell’esame di stato di fine
ciclo, figuriamoci cosa accadrà quando da quei risultati
dipenderanno finanziamenti e stipendi.
Esistono competenze e abilità che i test non possono misurare
Per loro stessa natura i test tendono
a sopravvalutare la nozione
più del ragionamento, il dato
più del processo. Esistono competenze
e abilità che i test non
possono misurare, proprio per la
loro natura rigida e standardizzata.
Non misurano la capacità
di riflessione critica, la capacità di esporre il pensiero,
il livello di partenza e quello di arrivo, la
partecipazione. Misurando solo l’acquisizione di
una serie di informazioni settoriali, stimolano
una frammentazione della didattica, la sua banalizzazione.
Esaltando la performance personale
mortifica gli sforzi per arrivare alla conoscenza
come conquista di gruppo, nata dalla cooperazione
più che dalla competizione.
Le prove Invalsi sono particolarmente negative nella scuola primaria
Queste prove sono uguali per
tutti e tutte, ma nella pratica
quotidiana dell’insegnamento
invece si è a contatto con i
bambini e bambine reali e
con le loro profonde diversità
di ritmo e modo di apprendimento.
Il linguaggio delle prove richiede una capacità
di concentrazione e comprensione che supera
quella che riconosciamo nei nostri alunni e
alunne. Le insegnanti non hanno mai pensato di
organizzare e mettere in pratica verifiche di questo
tipo durante l’ anno scolastico.
I “concetti” messi in campo e “valutati” provengono
da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina
e fanno riferimento a tutto il lavoro svolto ad
iniziare dall’anno scolastico precedente e, magari,
non ancora affrontato nell’anno scolastico in corso.
Il tempo di somministrazione è troppo limitato
rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini
e bambine.
Lo sforzo mentale che si richiede per passare da
un campo cognitivo all’altro, da un concetto ad un
altro, esige che una rete connettiva forte e motivante
lo contenga e lo sostenga, rendendolo
possibile. Il contesto di somministrazione, senza
la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta
una evidente interruzione dell’esperienza
scolastica conosciuta, creando in alcuni casi stati
di ansia negli alunni e alunne più sensibili.
Non potendo o volendo partire dalla conoscenza
degli indirizzi didattici specifici seguiti da ogni
scuola nella sua originalità, le prove Invalsi si richiamano
ad una superiore dimensione tecnica
definita dal legislatore.
Per l’Invalsi i bambini e le bambine con disabilità,
i bambini e le bambine di altra cultura,
sono invisibili. Per le insegnanti invece essi
sono persone a cui si dedica giorno dopo giorno
attenzione perché possano avere le stesse
opportunità di tutti e tutte.
Queste sono le ragioni che ci spingono a chiedere che i Collegi Docenti decidano, facendo
appello all’autonomia, di non prestare collaborazione alle prove Invalsi (sorveglianza, somministrazione,
correzione) e di non modificare la programmazione didattica. Chiediamo anche a tutti
gli altri organismi collettivi delle scuole di prendere posizione contro: assemblee sindacali ed Rsu,
consigli di istituto e di circolo, collettivi e comitati studenteschi, comitati genitori.
Se però le condizioni di una determinata scuola non permettono prese di posizione del Collegio
Docenti, chiediamo allora agli insegnanti di aiutare i propri studenti a superare le prove Invalsi:
in questo modo l’evento potrà rivelarsi un’esperienza utile e magari divertente per gli studenti,
invalidandone però nei fatti qualsiasi presunzione di scientificità.
Rammentiamo inoltre che la sorveglianza durante le prove non è dovuta, se va oltre le ore
previste da contratto, che gli studenti possono rifiutarsi di compilare i test senza alcuna
conseguenza disciplinare, e che i genitori possono decidere di tenere a casa i propri figli il
giorno dei test.
In poche parole al fine di boicottare le prove Invalsi vanno bene tutte le iniziative, basta che siano
gestite collettivamente dalle classi. Non avrebbe senso ad esempio che ci fossero solo pochi genitori
di una classe a tenere a casa i figli o che in una scuola solo pochi insegnanti si rifiutassero
di somministrare i test, perché verrebbero sostituiti da altri e ciò non invaliderebbe i test. Il fine è
infatti quello di rendere inservibili i risultati finali.
Abbiamo la possibilità come popolo della scuola di infliggere alla Gelmini un’altra sconfitta
come quella sulla premialità docente. Questa campagna di boicottaggio è una maniera per
gridare: si vuole davvero che migliori la qualità della scuola pubblica? Allora: basta tagli!
Hanno ucciso Eusebio che difendeva le foreste per tutti noi
Io saprei a chi dare il prossimo Nobel per la pace. Sono in tanti e ognuno di loro ne meriterebbe uno. Ma essendo persone generose sono sicura che sarebbero disposte a condividerlo, anzi a dedicarlo a quello che più hanno amato in vita: le loro foreste. Credo che nessuno conosca tutti i loro nomi. Vivevano in Brasile, in Perù, in Equador, ma anche in Russia, nel bacino del Congo o nelle foreste del Borneo. Sono quelli che la cronaca chiamerebbe "rappresentanti della società civile". Ma io credo che in vita ciascuno di loro abbia rappresentato molto più.
Sono le persone che con il loro coraggio, con la loro determinazione, ma anche con la loro semplicità, il loro entusiasmo e cocciutaggine, hanno cercato di salvare foreste in ogni angolo del mondo. E che per questo sono state uccise. Assassinate da chi legalmente o illegalmente preda e divora le foreste.
Le foreste sono quell'ecosistema che, proteggendo e formando suolo, acque, aria, rendono possibile la nostra vita su questo pianeta. La distruzione delle foreste porta al cambiamento climatico, al riscaldamento del pianeta, alla perdita di acque dolci disponibili, all'erosione del suolo fertile, alla desertificazione, alla fame, alle alluvioni, a frane e smottamenti.
Le foreste sono quell'ecosistema che, proteggendo e formando suolo, acque, aria, rendono possibile la nostra vita su questo pianeta. La distruzione delle foreste porta al cambiamento climatico, al riscaldamento del pianeta, alla perdita di acque dolci disponibili, all'erosione del suolo fertile, alla desertificazione, alla fame, alle alluvioni, a frane e smottamenti.
Ma non solo: la deforestazione distrugge la casa di ben 60 milioni di indigeni che vivono in questi incredibili ecosistemi. Sono migliaia di tribù per cui le foreste sono casa, sono comunità, sono chiesa, sono ospedale e mensa. Il loro presente e il loro futuro è fra quei tronchi, con i piedi nel fango e la testa fra rami, liane, vapori e piogge. E noi, al chiuso delle nostre alienate città, ogni anno divoriamo, bruciamo, rubiamo e vendiamo 13 milioni di ettari di foreste. E poco ci interessa il destino di quei piccoli e grandissimi eroi che cercano di fermare questo possente crimine contro il pianeta e l'umanità.
Pochi giorni fa è stato ucciso Eusébio, un indio Ka'apor che lottava contro la deforestazione dell'Amazzonia nello Stato brasiliano del Maranhã. Prima di lui nella sola Amazzonia è toccata la stessa sorte a centinaia di grandi di piccoli eroi che chiedevano solo il diritto di vivere nelle loro foreste.
Pochi giorni fa è stato ucciso Eusébio, un indio Ka'apor che lottava contro la deforestazione dell'Amazzonia nello Stato brasiliano del Maranhã. Prima di lui nella sola Amazzonia è toccata la stessa sorte a centinaia di grandi di piccoli eroi che chiedevano solo il diritto di vivere nelle loro foreste.
Impossibile ricordarli tutti. Ma se solo potessimo fare tesoro della loro lezione, del loro coraggio. Se potessimo scolpire da qualche parte i loro gesti eroici, potrebbe essere utile per ricordarci che quando sarà scomparso l'ultimo indigeno disposto a fermare con le mani nude la distruzione delle foreste, disposto a farsi sparare o massacrare a colpi di machete, saremo tutti infinitamente più poveri. E avremo intorno a noi un mondo in cui molto probabilmente varrà molto meno la pena di vivere
Fonte: Isabella Pratesi, Direttore del programma di conservazione WWF
venerdì 8 maggio 2015
Il maestro del trapano
Se un uomo fa un buco in un'ora, quanti buchi faranno 2 uomini in 2 ore? E quanto tempo impiegherà un uomo per fare mezzo buco?
Soluzione: Due uomini in due ore fanno quattro buchi.
Non è possibile fare mezzo buco. Provate a fare mezzo buco da qualche parte e chiedete a qualcuno che cos'è. Vi risponderà: "Un buco".
Soluzione: Due uomini in due ore fanno quattro buchi.
Non è possibile fare mezzo buco. Provate a fare mezzo buco da qualche parte e chiedete a qualcuno che cos'è. Vi risponderà: "Un buco".
Solo nell'isola
Un uomo è solo in un'isola senza acqua né cibo. Eppure non è preoccupato neppure un po' per la sua sorte.
Informazioni addizionali:
l'uomo non vuole suicidarsi;
non si vedono né navi, né elicotteri, né altri mezzi di soccorso;
le batterie del suo telefonino sono completamente scariche;
sull'isola non c'è né acqua, né vegetazione commestibile, né animali.
Come si spiega?
Soluzione:
L'uomo si trova su un'isola pedonale.
Soluzione:
L'uomo si trova su un'isola pedonale.
La domanda più difficile del mondo
Un esploratore viene catturato dalla tribù dei Magna-Nonni, indigeni molto pacifici ma cannibali.
Il capo tribù, dà all'esploratore la possibilità di salvarsi se risponderà esattamente ad una domanda.
"Che cosa significa il tatuaggio sul braccio di mia moglie?" gli chiede.
L'esploratore conosce la lingua dei Magna-Nonni ma non conosce il significato del tatuaggio. Proprio per questo si salva.
Informazioni addizionali:
l'esploratore si sarebbe salvato anche se avesse conosciuto il significato del tatuaggio.
Come si spiega?
Soluzione: Il tatuaggio è una frase che significa letteralmente: "NON LO SO".
Soluzione: Il tatuaggio è una frase che significa letteralmente: "NON LO SO".
Chi è il figlio del re?
Il Re muore e l'indomani due uomini si presentano dicendo di essere suoi figli ed eredi. Ma uno dei due è un impostore.
La Regina, che è ancora viva e ricorda di aver avuto un solo figlio, il quale purtroppo venne smarrito in un autogrill alla tenera età di 3 anni, chiede ai due di sottoporsi ad una prova per stabilire chi è il vero figlio del Re.
Uno dei due accetta e l'altro rifiuta.
Quello che ha accettato viene immediatamente impiccato e l'altro viene riconosciuto come il vero figlio del Re senza sottoporlo alla prova.
Come si spiega?
Soluzione: Il vero figlio del re è riconoscibile perché ha ereditato dai genitori una grave malattia: l'emofilia. La prova consiste nel praticare un taglio per verificare chi dei due è veramente malato di emofilia. E' logico che il vero figlio non vuole sottoporsi alla prova.
Soluzione: Il vero figlio del re è riconoscibile perché ha ereditato dai genitori una grave malattia: l'emofilia. La prova consiste nel praticare un taglio per verificare chi dei due è veramente malato di emofilia. E' logico che il vero figlio non vuole sottoporsi alla prova.
Licenziato!
Un guardiano notturno di una grande ditta chiede di essere ricevuto dal Titolare, nonché MegaMaxi Direttore.
"Allora?"
" Mega Maxi Direttore, non prenda l'aereo domani, se ci tiene alla vita!"
"Perché?"
"Perchè questa notte ho sognato che quell'aereo precipiterà nell'oceano e tutti i passeggeri moriranno annegati e saranno divorati dagli squali."
Il MegaMaxi Direttore è visibilmente impressionato e risponde, con il suo solito cinismo:
"Domani rinuncerò a quel viaggio in aereo ma se il tuo sogno non si avvererà sarai licenziato!"
Il sogno però si avvera. Una catastrofe impressionante. Tutto il mondo è turbato.
Il direttore convoca il guardiano notturno che aveva fatto il sogno premonitore e gli dice:
"Sei licenziato!"
Come si spiega?
Soluzione: I guardiani notturni non devono dormire di notte, mentre lavorano.
Soluzione: I guardiani notturni non devono dormire di notte, mentre lavorano.
Partita letale
Due uomini stanno giocando una partita a carte. Sul tavolo da gioco c'è una pistola. Alla fine della partita l'uomo che ha perso afferra la pistola e spara all'altro uomo uccidendolo. Più tardi l'omicida muore annegato.
Come si spiega?
Soluzione: I due uomini si trovano in un sommergibile in avaria in fondo al mare. Il sommergibile sta imbarcando acqua ed il loro destino è quello di morire annegati. Una sorte atroce. Hanno una pistola con un solo colpo il quale può abbreviargli le sofferenze. Per decidere a chi è destinato quel colpo fanno una partita a carte. Il vincitore ucciderà l'altro.
Soluzione: I due uomini si trovano in un sommergibile in avaria in fondo al mare. Il sommergibile sta imbarcando acqua ed il loro destino è quello di morire annegati. Una sorte atroce. Hanno una pistola con un solo colpo il quale può abbreviargli le sofferenze. Per decidere a chi è destinato quel colpo fanno una partita a carte. Il vincitore ucciderà l'altro.
Nuda!
Una signorina molto bella entra di corsa nell'aula di una scuola ed inizia a spogliarsi.
Nell'aula, il professore e gli studenti la guardano, un po' sorpresi, ma non fanno nulla per fermarla.
Quando la donna è completamente nuda, il professore sta per dirle qualcosa ma prima che possa parlare entra il preside, piuttosto seccato, e pronuncia una frase ad alta voce.
La signorina allora dice: "Scusatemi." Poi prende i propri vestiti ed esce dall'aula.
Come si spiega?
Soluzione: E' una scuola d'arte. La donna è una modella assunta dalla scuola per le lezioni di nudo. E' entrata nell'aula sbagliata ma gli studenti ed il professore hanno pensato bene di aspettare un po' prima di dirglielo.
Soluzione: E' una scuola d'arte. La donna è una modella assunta dalla scuola per le lezioni di nudo. E' entrata nell'aula sbagliata ma gli studenti ed il professore hanno pensato bene di aspettare un po' prima di dirglielo.
Andando a Civitavecchia
Un giorno andavo a Civitavecchia
quando incrociai 7 vecchiette
ciascuna vecchietta portava 7 sacchetti
ciascun sacchetto conteneva 7 gattini.
Quante vecchiette e quanti gattini andavano a Civitavecchia?
Soluzione: Nessuno di loro andava a Civitavecchia. Se li incrociai, loro venivano da Civitavecchia.
Soluzione: Nessuno di loro andava a Civitavecchia. Se li incrociai, loro venivano da Civitavecchia.
Incendio nella prateria
Ti trovi in una sterminata prateria di erba alta e secca. In lontananza vedi il fronte di un immenso incendio che avanza verso di te, spinto da un forte vento. Non puoi fuggire di corsa perché la velocità del vento è molto più elevata della tua.
Non puoi rifugiarti da nessuna parte perché tutto intorno a te, per chilometri e chilometri c'è solo erba secca.
Ti frughi nelle tasche alla ricerca del telefono cellulare ma scopri di avere soltanto un accendino.
Cosa fai?
Soluzione: Dai fuoco all'erba creando un fronte largo circa 50 metri. Il vento spingerà il fuoco creando una vasta radura di erba bruciata. Tu entrerai in quella radura nella quale non potranno più svilupparsi le fiamme.
Soluzione: Dai fuoco all'erba creando un fronte largo circa 50 metri. Il vento spingerà il fuoco creando una vasta radura di erba bruciata. Tu entrerai in quella radura nella quale non potranno più svilupparsi le fiamme.
Un bagno molto salutare
Nel mezzo dell'oceano c'è uno yacht senza nessuno a bordo. Nei dintorni, molti cadaveri galleggiano sull'acqua.
Informazioni addizionali:
i passeggeri sono scesi in mare di loro volontà;
tutti sapevano nuotare;
non sono stati uccisi da nessun animale marino;
l'acqua non è inquinata;
lo yacht non ha nessuna avaria nè è incendiato;
una scala di corda intatta pende fuori dallo scafo dello yacht.
Come si spiega?
Soluzione:Lo yacht era dotato di una scala che arrivava esattamente al livello dell'acqua quando lo yacht era a pieno carico. Dopo che tutte le persone si furono tuffate, l'imbarcazione, notevolmente più leggera, si alzò a tal punto che le persone non arrivarono più alla scaletta e non furono più in grado di salire sullo yacht.
Soluzione:Lo yacht era dotato di una scala che arrivava esattamente al livello dell'acqua quando lo yacht era a pieno carico. Dopo che tutte le persone si furono tuffate, l'imbarcazione, notevolmente più leggera, si alzò a tal punto che le persone non arrivarono più alla scaletta e non furono più in grado di salire sullo yacht.
Scavare una trincea
Due uomini stanno scavando una trincea. Ad un certo punto si guardano l'un l'altro e cominciano a discutere. Quindi fanno una telefonata (col cellulare). Dopo la telefonata, uno dei due uomini se ne torna a casa e l'altro continua a scavare, alquanto infuriato.
Come si spiega?
Soluzione: I due uomini dovevano scavare una unica trincea cominciando dai due estremi ed incontrandosi a metà strada. Purtroppo, uno dei due sbagliò traiettoria e quando si incontrarono, le due semi-trincee non convergevano sullo stesso punto. Telefonarono al loro superiore il quale ordinò all'uomo che aveva sbagliato, di correggere l'errore rifacendo una parte della sua trincea.
Soluzione: I due uomini dovevano scavare una unica trincea cominciando dai due estremi ed incontrandosi a metà strada. Purtroppo, uno dei due sbagliò traiettoria e quando si incontrarono, le due semi-trincee non convergevano sullo stesso punto. Telefonarono al loro superiore il quale ordinò all'uomo che aveva sbagliato, di correggere l'errore rifacendo una parte della sua trincea.
Non gettare oggetti dalla finestra!
Una donna lancia un oggetto dalla finestra di casa sua e proprio a causa di tale lancio rimane gravemente ferita.
Come si spiega?
Soluzione: La donna ha lanciato un boomerang.
Soluzione: La donna ha lanciato un boomerang.
Un cavallo alato
Un cavallo senza cavaliere vola sopra una torre e atterra su un uomo il quale sparisce.
Come si spiega?
Soluzione: Si tratta di una mossa del gioco degli scacchi nella quale un cavallo mangia un pedone.
Come si spiega?
Soluzione: Si tratta di una mossa del gioco degli scacchi nella quale un cavallo mangia un pedone.
Una pisciata letale
Un uomo muore mentre sta orinando.
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- l'uomo si trova all'aperto;
- è perfettamente sano;
- se non avesse orinato proprio in quel posto non sarebbe morto.
Come si spiega?
Soluzione: L'uomo, senza saperlo, orinò su un cavo elettrico scoperto e collegato alla corrente.
Due padri e due figli
Due padri e due figli andarono a pescare e pescarono in tutto 9 pesci. Quando venne il momento di spartirsi i pesci scoprirono che ce n'erano esattamente 3 a testa. Come si spiega?
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- non c'erano gatti nei dintorni;
- si spartirono effettivamente 9 pesci;
- non c'era nessun pesce dentro un altro pesce.
Soluzione: Le persone erano effettivamente tre: un ragazzo, suo padre e suo nonno. Due di esse sono padri e due sono figli.
Con quattro bulloni in meno
Un uomo sta viaggiando in auto su una strada di montagna quando fora una gomma. Mentre sta sostituendo la ruota della sua auto, i quattro bulloni, che aveva appoggiato per terra dopo averli svitati, rotolano giù dal precipizio.
E' assolutamente impossibile recuperarli.
Senza neanche un bullone com'è possibile fissare la ruota?
L'uomo si rassegna a fare l'autostop.
I suoi occhi s'illuminano quando si ferma una bellissima ragazza sola, a bordo di una potente fuoristrada.
La ragazza ascolta il suo problema poi, senza neanche farlo salire, gli dà un suggerimento che gli permetterà di arrivare fino a casa con la sua auto.
Qual è questo suggerimento?
Soluzione: Togliere un bullone da ognuna delle altre tre ruote e fissare la ruota di scorta con tre bulloni. In questo modo ogni ruota è fissata con tre bulloni.
Soluzione: Togliere un bullone da ognuna delle altre tre ruote e fissare la ruota di scorta con tre bulloni. In questo modo ogni ruota è fissata con tre bulloni.
Una donna cammina sull'acqua
Informazioni addizionali:
- l'acqua, in quel punto, è profonda 6 metri;
- la donna cammina effettivamente sull'acqua e non su un ponte;
- la donna indossa scarpe normali e non speciali galleggianti.
Come si spiega?
Soluzione: La donna cammina sulla superficie di un lago ghiacciato.
Uno strano caso di incontinenza
Un uomo, pur essendo regolarmente vestito, si piscia addosso. L'orina gli si spande in parte sul corpo, ma lui continua ad orinare come se niente fosse.
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- l'uomo non è incontinente;
- è perfettamente sveglio;
- è perfettamente consapevole del fatto che sta orinando;
- si trova in mezzo ad altre persone.
Come si spiega?
Soluzione: L'uomo indossa un costume da bagno e si trova in mare. Quando gli viene voglia di fare la pipì, la fa tranquillamente.
Insonnia
E' notte fonda. Un signore è seduto su un letto di una camera d'albergo. E' disperato perché non riesce a prendere sonno. Ad un certo punto fa una telefonata, aspetta che l'altro risponda, non gli dice niente, e dopo, finalmente, si addormenta.
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- dopo un'ora circa quel signore si sveglia di nuovo e fa un'altra telefonata.
Come si spiega?
Soluzione: Il signore della camera accanto russa incredibilmente forte. La telefonata lo sveglia ed egli smette di russare. Dopo un'ora, siamo daccapo.
Se avesse acceso la luce!
Se Hugo avesse acceso la luce sarebbe ancora vivo!
Soluzione: E' notte. Hugo si trova nel suo salotto, è ferito gravemente e le luci sono spente. Per fortuna, prima di svenire riesce a raggiungere il telefono e a fare il numero del pronto soccorso. Hugo ha imparato quel numero talmente bene che sa farlo anche al buio.
Per sfortuna, poiché le luci sono spente, Hugo non si accorge che il telefono è alla rovescia e di conseguenza digita sulla tastiera un numero completamente sbagliato.
Se avesse acceso la luce!
Informazioni addizionali:
- era in casa da solo e un ladro gli aveva sparato;
- non era di giorno;
- dopo che gli avevano sparato aveva fatto una telefonata.
Come si spiega?
Soluzione: E' notte. Hugo si trova nel suo salotto, è ferito gravemente e le luci sono spente. Per fortuna, prima di svenire riesce a raggiungere il telefono e a fare il numero del pronto soccorso. Hugo ha imparato quel numero talmente bene che sa farlo anche al buio.
Per sfortuna, poiché le luci sono spente, Hugo non si accorge che il telefono è alla rovescia e di conseguenza digita sulla tastiera un numero completamente sbagliato.
Se avesse acceso la luce!
Se avesse voluto un gelato crema e cioccolato!
Se Alex avesse voluto un gelato crema e cioccolato, suo fratellino sarebbe ancora vivo!
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- il gelato crema e cioccolato era nel freezer;
- il freezer era in cantina.
Come si spiega?
Soluzione: Il suo fratellino, che era molto piccolo, voleva prendere un gelato che si trovava in fondo al freezer. Purtroppo vi cadde dentro e lo sportello del freezer si chiuse.
Poco dopo Alex tornò da scuola e sua mamma gli chiese: "Vuoi un gelato crema e cioccolato per merenda?"Alex rispose: "No, preferisco una mela!"
Se avesse voluto il gelato, sua mamma sarebbe andata a prenderlo nel freezer in cantina e avrebbe potuto salvare il fratellino di Alex che era ancora vivo.
La grande muraglia cinese
Un italiano che non è mai stato in nessun altro paese vede la Grande Muraglia Cinese con i suoi propri occhi.
Informazioni addizionali:
Informazioni addizionali:
- non sta guardando una fotografia né un quadro;
- non sta guardando un filmato;
- sta guardando e vedendo la vera Grande Muraglia Cinese;
- non si trova in Cina.
Come si spiega?
Soluzione: Si trova su una navicella spaziale o sulla Luna. La Grande Muraglia Cinese è l'unica opera dell'uomo visibile ad occhio nudo anche dallo spazio.
Nota. Giustamente, Giovanni B. Leggio, fa notare che questa è soltanto una sorta di leggenda metropolitana priva di fondamento.
Come spiega bene Wikipedia: "Viene spesso indicata come l'unica opera umana visibile dallo spazio (o addirittura dalla Luna), un'affermazione che, per quanto suggestiva, è priva di ogni fondamento. Il motivo è molto semplice: anche se lunga più di 6.000 chilometri, la Grande Muraglia è larga meno di 10 metri, pertanto già a un centinaio di chilometri di altezza, e a maggior ragione da migliaia o centinaia di migliaia di chilometri, essa sarebbe irrimediabilmente al di fuori del potere risolutivo dell'occhio umano."
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