domenica 10 maggio 2015

Il riflesso condizionato

Pavlov è conosciuto per aver studiato il riflesso condizionato, molti sono gli esperimenti che ha attuato. Meno noto l'esperimento sull'induzione di stati di indecisione nei cani, con cui fu in grado di indurre schizofrenia e stati confusionali nei cani. In questo esperimento Pavlov mette il cane di fronte a un cerchio o a un'ellisse, addestrandolo a premere il bottone A se si tratta di un cerchio o B se si tratta di un'ellisse. Successivamente, presenta al cane ellissi sempre più similari a un cerchio.
cerchio o ellisse?
Il cane non riesce quindi più a riconoscere la differenza tra le due figure, e quando sbaglia gli viene inflitta una scossa elettrica. Con questo esperimento studiò l'induzione di stati di indecisione e le varie tipologie della schizofrenia, strettamente connesse con il temperamento dell'animale. Senza apparentemente ledere nessuna libertà individuale riuscire ad inibire la libertà di scelta attraverso l'impossibilità di determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è bene e ciò che è male, la nostra società è colma di organismi, leggi,media che si occupano proprio di ottenere questo. La nostra società è piena di ellissi che assomigliano a cerchi e noi facciamo la fine dei cani Pavloviani, impauriti e spaventati o arrabbiati fino alla pazzia ma comunque sempre apparentemente liberissimi di scegliere. E poi c'è l'arma della divisione... La libertà e la lotta contro le ingiustizie non sono né di destra e né di sinistra così come non lo è lo schiavismo dei cittadine ad opere del sistema bancario finanziario. Questa lotta non ha colore e riguarda tutti, nessuno è a favore della guerra nel profondo del suo cuore, tutti siamo a favore di un mondo più equo, per la libertà, la condivisione e la libera espressione. Chi ci governa non è solo incapace di offrirci queste soluzioni ma ci manipolo affinché pensiamo di essere antagonisti ed impossibilitati ad unirci ed ottenerle


Salviamo il cuore verde del mondo!

Scrivici nei commenti o usando l'hashtag #InterversioneCreativa #IlCuoreVerdeDelMondo COSA FARESTI PER SALVARE IL CUORE VERDE DEL MONDO E PERCHÊ Ê IMPORTANTE




sabato 9 maggio 2015

Diciamo no alle prove Invalsi!

Il Ministero dell’Istruzione ha deciso che gli studenti di tutte le classi seconde e quinte delle scuole primarie, tutte le classi prime delle scuole medie  e le terze in occasione dell’esame di stato e tutte le classi seconde delle scuole superiori  dovranno essere obbligatoriamente sottoposti ad una serie di test. I test sono indifferenziati per fascia (ad esempio nelle superiori saranno gli stessi sia nei licei che nei professionali). I test dovranno verificare le competenze degli studenti in alcuni ambiti (italiano e matematica). I risultati dei test andranno a determinare un “punteggio” assegnato ad ogni istituto scolastico. Quanto più gli studenti di una certa scuola avranno risposto in maniera corretta, tanto più alta sarà la valutazione di quella scuola. L’agenzia che organizza questo lavoro si chiama INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo e di formazione. Per questo i test sono chiamati “prove Invalsi”. Queste prove metteranno a confronto le scuole di tutta Italia. Dunque affinché le prove siano considerate attendibili tutte le scuole dovranno partecipare seguendo il “protocollo di somministrazione”. In poche parole si devono rispettare una serie di regole altrimenti alcuni dati risulterebbero falsati e dunque i dati nel loro complesso non sarebbero tra loro confrontabili: verrebbe compromessa l’intera attendibilità del processo. Dato che l’Invalsi non ha personale sufficiente per la somministrazione, sono le scuole stesse e i loro insegnanti a dover gestire queste prove, ed anche correggerle. Per questo il Ministero non ha la minima possibilità di raggiungere il suo intento senza l’attiva collaborazione del personale di ogni scuola. Non siamo contrari in linea di principio a che le scuole si dotino di strumenti di valutazione del proprio operato. Il dibattito non è “valutazione sì valutazione no”. Dobbiamo occuparci di “questa” valutazione, attuata da “questo” Ministero. Dobbiamo domandarci come mai un Ministero che ha ridotto sul lastrico la scuola pubblica e soppresso in tre anni 130.000 posti di lavoro, sia oggi tanto impegnato a realizzare una valutazione di massa, investendovi anche risorse non indifferenti. La risposta è semplice: si vuol dividere le scuole in quelle di serie A e di serie B. Dato che le prove Invalsi puntano a questo, siamo contrari al loro svolgimento, e chiediamo a tutte le componenti del mondo della scuola di opporvisi con ogni mezzo necessario.

Testare il sistema o costruire gerarchie?

Se le prove Invalsi avessero il solo fine di “testare” il funzionamento del sistema scolastico, sarebbero state somministrate “a campione” come oggi avviene con i dati PISA (che confrontano le performance dei sistemi scolastici di vari Paesi), così avremmo un’idea “in generale” sulla qualità dell’istruzione in periferia e in centro città, al Sud o al Nord. Al contrario il Ministero considera la somministrazione delle prove Invalsi come obbligatoria per ogni scuola.

Scuole di serie B, per sempre?

Anche in altri Paesi (ad esempio Regno Unito e USA) si utilizzano da tempo test nazionali sistematici, finalizzati all’assegnazione di un punteggio ad ogni scuola. E ciò ha prodotto deformazioni di sistema pericolosissime. I genitori sono portati ad iscrivere i figli presso le scuole con più alto punteggio, che dunque hanno un numero di aspiranti iscritti sovrabbondante. Queste scuole possono così permettersi di selezionare l’utenza in base ai precedenti risultati scolastici degli aspiranti. Si crea così un circolo vizioso in base al quale le scuole dichiarate di serie A godono già in partenza di un vantaggio che si replica ad ogni nuova tornata di test. Per le scuole di serie B è difficile uscire dal proprio stato perché sono “costrette” ad accogliere gli studenti con più difficoltà “scartati” dalle scuole ad alta valutazione. Una scuola pubblica non discriminante, invece, dovrebbe dare spazio ad una utenza variegata, per non creare scuole ghetto. È vero, in parte oggi questo già avviene, ma la valutazione di scuola darà rigore pseudoscientifico a questa dinamica che lo Stato, invece, dovrebbe attivamente contrastare.

I “premi” solo al 25% delle scuole

Nei Paesi dove regna la dittatura dei test, le scuole che conseguono alti punteggi godono di “premi”, cioé risorse aggiuntive. Che sia questo il fine della Gelmini è dimostrato dal “progetto sperimentale per la valutazione delle scuole” varato dal Ministero nel novembre scorso e che ha coinvolto, tra le proteste dei genitori, alcune città. Il progetto prevedeva che “alle scuole che si collocano nella fascia più alta della graduatoria (massimo 25% del totale) verrà assegnato un premio di importo significativo (fino ad un massimo di 70.000 euro a scuola in base al numero degli insegnanti) che avrà come vincolo di destinazione la retribuzione del personale effettivamente operante nella scuola nel periodo di sperimentazione”.

I premi non incentivano nessun miglioramento

Questi premi non servono ad incentivare alcun miglioramento, dato che il fatto che una scuola sia di “serie B” dipende dal tipo di utenza che la frequenta più che dalla qualità dell’insegnamento. È noto da tutte le ricerche sociologiche effettuate sull’argomento, che il successo scolastico è direttamente legato alla classe sociale di origine, al capitale culturale familiare, alla solidità del nucleo familiare, al contesto ambientale. Detto in poche parole: una scuola di periferia non ha alcuna possibilità di rivaleggiare, a parità di condizioni, con una scuola del centro città. Una scuola pubblica che vuol garantire pari condizioni di accesso all’istruzione, deve dirigere gli investimenti e gli “aiuti” non alle scuole “di successo”, perché non ne hanno bisogno ma, al contrario, a quelle con maggiori problematicità.

Gli studenti in difficoltà? un peso morto

La crescente importanza data ai punteggi assegnati ad ogni scuola farà sì che le scuole scoraggeranno tutti gli studenti in difficoltà a proseguire gli studi. Più studenti in difficoltà frequenteranno una determinata scuola, infatti, e più il punteggio complessivo di quella scuola sarà penalizzato. Si accentuerà così la tendenza a bocciare o in qualche modo a scoraggiare la permanenza nella scuola. Un sistema scolastico che vuol far crescere l’insieme dei suoi giovani cittadini deve invece incoraggiare le scuole a “tenere” i propri studenti, e a trovare le migliori strategie per assicurare il loro successo scolastico.

Nell’ospedale che cura i sani tutti i dottori sono bravissimi

Tra i compiti dell’Invalsi c’è anche quello di suggerire al Ministero metodi per differenziare i docenti in base al “merito”. Uno dei modi più semplici, in voga in altri Paesi, è proprio quello di legarlo al successo della propria scuola ed eventualmente della propria classe. I dati infatti rimangono a disposizione delle scuole discriminati classe per classe. Ciò indurrà i docenti ad un atteggiamento ostile nei confronti di tutti gli studenti in difficoltà e li renderà complici della loro rapida esplulsione dalla scuola: la diminuzione del numero di studenti in difficoltà nella propria classe o nella propria scuola, infatti, inciderà direttamente sul proprio livello stipendiale.

La Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana?

Nonostante l’Invalsi assicuri che i dati verranno “depurati” da fattori esterni, i meccanismi di questa depurazione non sono affatto noti. Le variabili che incidono sui risultati scolastici, del resto, sono assai numerose. E se fossero prese davvero sul serio renderebbero inutili i test sistematici scuola per scuola. Infatti, dati alcuni fattori “esterni” i risultati scolastici sono prevedibili, a parità di risorse. Questo non significa che il successo scolastico di un singolo individuo con un certo background sociale sia inesorabile. Ma che da una “massa” di individui accomunati da uno stesso background sociale, sì, i risultati sono prevedibili. Già oggi accade così. È ovvio per qualsiasi insegnante che c’è una differenza colossale tra insegnare una stessa materia in un liceo del centro e in un professionale di periferia. Questi dati ci sono già: incrociando la provenienza sociale degli studenti con i tassi di abbandono, i voti di licenza media o di maturità e la residenza geografica, ad esempio, avremmo un quadro chiaro delle scuole da sostenere. Ma su questi dati nessuno vuol ragionare perché in realtà i fattori sociali che li determinano non li si vuol modificare: al contrario si lavora per cristallizzarli.


Una didattica piegata alla soluzione dei test 

Esistono molti dubbi, inoltre, sulla possiblità che hanno i test di valutare gli apprendimenti. E questo è particolarmente vero per i bambini della primaria il cui successo a scuola ha più a che fare con il superamento di ostacoli di natura educativa che strettamente didattica. Il problema però non è tanto nell’attendibilità dei test a valutare la qualità di una scuola, quanto nell’importanza che i loro risultati finiscono per assumere. Se si trattasse di un metro di valutazione tra i tanti, infatti, se ne potrebbe discutere. Nei Paesi dove se ne fa un uso massiccio, invece, la didattica è stata “piegata” all’esigenza di superare i test, proprio perché dai loro risultati dipendono qualità dell’utenza, finanziamenti, livelli stipendiali. Sono i test che comandano sulla didattica, dato che per ogni scuola diventa vitale che i propri studenti possano superarli con successo. Già oggi una parte del tempo in terza media è dedicato all’”allenamento” per il superamento dei test Invalsi in occasione dell’esame di stato di fine ciclo, figuriamoci cosa accadrà quando da quei risultati dipenderanno finanziamenti e stipendi.

Esistono competenze e abilità che i test non possono misurare

Per loro stessa natura i test tendono a sopravvalutare la nozione più del ragionamento, il dato più del processo. Esistono competenze e abilità che i test non possono misurare, proprio per la loro natura rigida e standardizzata. Non misurano la capacità di riflessione critica, la capacità di esporre il pensiero, il livello di partenza e quello di arrivo, la partecipazione. Misurando solo l’acquisizione di una serie di informazioni settoriali, stimolano una frammentazione della didattica, la sua banalizzazione. Esaltando la performance personale mortifica gli sforzi per arrivare alla conoscenza come conquista di gruppo, nata dalla cooperazione più che dalla competizione.

Le prove Invalsi sono particolarmente negative nella scuola primaria

Queste prove sono uguali per tutti e tutte, ma nella pratica quotidiana dell’insegnamento invece si è a contatto con i bambini e bambine reali e con le loro profonde diversità di ritmo e modo di apprendimento. Il linguaggio delle prove richiede una capacità di concentrazione e comprensione che supera quella che riconosciamo nei nostri alunni e alunne. Le insegnanti non hanno mai pensato di organizzare e mettere in pratica verifiche di questo tipo durante l’ anno scolastico. I “concetti” messi in campo e “valutati” provengono da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina e fanno riferimento a tutto il lavoro svolto ad iniziare dall’anno scolastico precedente e, magari, non ancora affrontato nell’anno scolastico in corso. Il tempo di somministrazione è troppo limitato rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini e bambine. Lo sforzo mentale che si richiede per passare da un campo cognitivo all’altro, da un concetto ad un altro, esige che una rete connettiva forte e motivante lo contenga e lo sostenga, rendendolo possibile. Il contesto di somministrazione, senza la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta una evidente interruzione dell’esperienza scolastica conosciuta, creando in alcuni casi stati di ansia negli alunni e alunne più sensibili. Non potendo o volendo partire dalla conoscenza degli indirizzi didattici specifici seguiti da ogni scuola nella sua originalità, le prove Invalsi si richiamano ad una superiore dimensione tecnica definita dal legislatore. Per l’Invalsi i bambini e le bambine con disabilità, i bambini e le bambine di altra cultura, sono invisibili. Per le insegnanti invece essi sono persone a cui si dedica giorno dopo giorno attenzione perché possano avere le stesse opportunità di tutti e tutte.


Queste sono le ragioni che ci spingono a chiedere che i Collegi Docenti decidano, facendo appello all’autonomia, di non prestare collaborazione alle prove Invalsi (sorveglianza, somministrazione, correzione) e di non modificare la programmazione didattica. Chiediamo anche a tutti gli altri organismi collettivi delle scuole di prendere posizione contro: assemblee sindacali ed Rsu, consigli di istituto e di circolo, collettivi e comitati studenteschi, comitati genitori. Se però le condizioni di una determinata scuola non permettono prese di posizione del Collegio Docenti, chiediamo allora agli insegnanti di aiutare i propri studenti a superare le prove Invalsi: in questo modo l’evento potrà rivelarsi un’esperienza utile e magari divertente per gli studenti, invalidandone però nei fatti qualsiasi presunzione di scientificità. Rammentiamo inoltre che la sorveglianza durante le prove non è dovuta, se va oltre le ore previste da contratto, che gli studenti possono rifiutarsi di compilare i test senza alcuna conseguenza disciplinare, e che i genitori possono decidere di tenere a casa i propri figli il giorno dei test. In poche parole al fine di boicottare le prove Invalsi vanno bene tutte le iniziative, basta che siano gestite collettivamente dalle classi. Non avrebbe senso ad esempio che ci fossero solo pochi genitori di una classe a tenere a casa i figli o che in una scuola solo pochi insegnanti si rifiutassero di somministrare i test, perché verrebbero sostituiti da altri e ciò non invaliderebbe i test. Il fine è infatti quello di rendere inservibili i risultati finali. Abbiamo la possibilità come popolo della scuola di infliggere alla Gelmini un’altra sconfitta come quella sulla premialità docente. Questa campagna di boicottaggio è una maniera per gridare: si vuole davvero che migliori la qualità della scuola pubblica? Allora: basta tagli!

Cambiare i paradigmi dell'educazione

Hanno ucciso Eusebio che difendeva le foreste per tutti noi

Io saprei a chi dare il prossimo Nobel per la pace. Sono in tanti e ognuno di loro ne meriterebbe uno. Ma essendo persone generose sono sicura che sarebbero disposte a condividerlo, anzi a dedicarlo a quello che più hanno amato in vita: le loro foreste. Credo che nessuno conosca tutti i loro nomi. Vivevano in Brasile, in Perù, in Equador, ma anche in Russia, nel bacino del Congo o nelle foreste del Borneo. Sono quelli che la cronaca chiamerebbe "rappresentanti della società civile". Ma io credo che in vita ciascuno di loro abbia rappresentato molto più.
Sono le persone che con il loro coraggio, con la loro determinazione, ma anche con la loro semplicità, il loro entusiasmo e cocciutaggine, hanno cercato di salvare foreste in ogni angolo del mondo. E che per questo sono state uccise. Assassinate da chi legalmente o illegalmente preda e divora le foreste. 
Le foreste sono quell'ecosistema che, proteggendo e formando suolo, acque, aria, rendono possibile la nostra vita su questo pianeta. La distruzione delle foreste porta al cambiamento climatico, al riscaldamento del pianeta, alla perdita di acque dolci disponibili, all'erosione del suolo fertile, alla desertificazione, alla fame, alle alluvioni, a frane e smottamenti.
Ma non solo: la deforestazione distrugge la casa di ben 60 milioni di indigeni che vivono in questi incredibili ecosistemi. Sono migliaia di tribù per cui le foreste sono casa, sono comunità, sono chiesa, sono ospedale e mensa. Il loro presente e il loro futuro è fra quei tronchi, con i piedi nel fango e la testa fra rami, liane, vapori e piogge. E noi, al chiuso delle nostre alienate città, ogni anno divoriamo, bruciamo, rubiamo e vendiamo 13 milioni di ettari di foreste. E poco ci interessa il destino di quei piccoli e grandissimi eroi che cercano di fermare questo possente crimine contro il pianeta e l'umanità.

Pochi giorni fa è stato ucciso Eusébio, un indio Ka'apor che lottava contro la deforestazione dell'Amazzonia nello Stato brasiliano del Maranhã. Prima di lui nella sola Amazzonia è toccata la stessa sorte a centinaia di grandi di piccoli eroi che chiedevano solo il diritto di vivere nelle loro foreste.
Impossibile ricordarli tutti. Ma se solo potessimo fare tesoro della loro lezione, del loro coraggio. Se potessimo scolpire da qualche parte i loro gesti eroici, potrebbe essere utile per ricordarci che quando sarà scomparso l'ultimo indigeno disposto a fermare con le mani nude la distruzione delle foreste, disposto a farsi sparare o massacrare a colpi di machete, saremo tutti infinitamente più poveri. E avremo intorno a noi un mondo in cui molto probabilmente varrà molto meno la pena di vivere
Fonte: Isabella Pratesi, Direttore del programma di conservazione WWF

venerdì 8 maggio 2015

Il maestro del trapano

Se un uomo fa un buco in un'ora, quanti buchi faranno 2 uomini in 2 ore? E quanto tempo impiegherà un uomo per fare mezzo buco?


Soluzione: Due uomini in due ore fanno quattro buchi.
Non è possibile fare mezzo buco. Provate a fare mezzo buco da qualche parte e chiedete a qualcuno che cos'è. Vi risponderà: "Un buco".

Solo nell'isola

Un uomo è solo in un'isola senza acqua né cibo. Eppure non è preoccupato neppure un po' per la sua sorte. Informazioni addizionali: l'uomo non vuole suicidarsi; non si vedono né navi, né elicotteri, né altri mezzi di soccorso; le batterie del suo telefonino sono completamente scariche; sull'isola non c'è né acqua, né vegetazione commestibile, né animali. Come si spiega?


Soluzione:
L'uomo si trova su un'isola pedonale.















La domanda più difficile del mondo

Un esploratore viene catturato dalla tribù dei Magna-Nonni, indigeni molto pacifici ma cannibali. Il capo tribù, dà all'esploratore la possibilità di salvarsi se risponderà esattamente ad una domanda. "Che cosa significa il tatuaggio sul braccio di mia moglie?" gli chiede. L'esploratore conosce la lingua dei Magna-Nonni ma non conosce il significato del tatuaggio. Proprio per questo si salva. Informazioni addizionali: l'esploratore si sarebbe salvato anche se avesse conosciuto il significato del tatuaggio. Come si spiega?



Soluzione: Il tatuaggio è una frase che significa letteralmente: "NON LO SO".

Chi è il figlio del re?

Il Re muore e l'indomani due uomini si presentano dicendo di essere suoi figli ed eredi. Ma uno dei due è un impostore. La Regina, che è ancora viva e ricorda di aver avuto un solo figlio, il quale purtroppo venne smarrito in un autogrill alla tenera età di 3 anni, chiede ai due di sottoporsi ad una prova per stabilire chi è il vero figlio del Re. Uno dei due accetta e l'altro rifiuta. Quello che ha accettato viene immediatamente impiccato e l'altro viene riconosciuto come il vero figlio del Re senza sottoporlo alla prova. Come si spiega?



Soluzione: Il vero figlio del re è riconoscibile perché ha ereditato dai genitori una grave malattia: l'emofilia. La prova consiste nel praticare un taglio per verificare chi dei due è veramente malato di emofilia. E' logico che il vero figlio non vuole sottoporsi alla prova.

Licenziato!

Un guardiano notturno di una grande ditta chiede di essere ricevuto dal Titolare, nonché MegaMaxi Direttore. "Allora?" " Mega Maxi Direttore, non prenda l'aereo domani, se ci tiene alla vita!" "Perché?" "Perchè questa notte ho sognato che quell'aereo precipiterà nell'oceano e tutti i passeggeri moriranno annegati e saranno divorati dagli squali." Il MegaMaxi Direttore è visibilmente impressionato e risponde, con il suo solito cinismo: "Domani rinuncerò a quel viaggio in aereo ma se il tuo sogno non si avvererà sarai licenziato!" Il sogno però si avvera. Una catastrofe impressionante. Tutto il mondo è turbato. Il direttore convoca il guardiano notturno che aveva fatto il sogno premonitore e gli dice: "Sei licenziato!" Come si spiega?


Soluzione: I guardiani notturni non devono dormire di notte, mentre lavorano.

Partita letale

Due uomini stanno giocando una partita a carte. Sul tavolo da gioco c'è una pistola. Alla fine della partita l'uomo che ha perso afferra la pistola e spara all'altro uomo uccidendolo. Più tardi l'omicida muore annegato. Come si spiega?


Soluzione: I due uomini si trovano in un sommergibile in avaria in fondo al mare. Il sommergibile sta imbarcando acqua ed il loro destino è quello di morire annegati. Una sorte atroce. Hanno una pistola con un solo colpo il quale può abbreviargli le sofferenze. Per decidere a chi è destinato quel colpo fanno una partita a carte. Il vincitore ucciderà l'altro.

Nuda!

Una signorina molto bella entra di corsa nell'aula di una scuola ed inizia a spogliarsi. Nell'aula, il professore e gli studenti la guardano, un po' sorpresi, ma non fanno nulla per fermarla. Quando la donna è completamente nuda, il professore sta per dirle qualcosa ma prima che possa parlare entra il preside, piuttosto seccato, e pronuncia una frase ad alta voce. La signorina allora dice: "Scusatemi." Poi prende i propri vestiti ed esce dall'aula. Come si spiega?

Soluzione: E' una scuola d'arte. La donna è una modella assunta dalla scuola per le lezioni di nudo. E' entrata nell'aula sbagliata ma gli studenti ed il professore hanno pensato bene di aspettare un po' prima di dirglielo.

Andando a Civitavecchia

Un giorno andavo a Civitavecchia quando incrociai 7 vecchiette ciascuna vecchietta portava 7 sacchetti ciascun sacchetto conteneva 7 gattini. Quante vecchiette e quanti gattini andavano a Civitavecchia?

Soluzione: Nessuno di loro andava a Civitavecchia. Se li incrociai, loro venivano da Civitavecchia.

Incendio nella prateria

Ti trovi in una sterminata prateria di erba alta e secca. In lontananza vedi il fronte di un immenso incendio che avanza verso di te, spinto da un forte vento. Non puoi fuggire di corsa perché la velocità del vento è molto più elevata della tua. Non puoi rifugiarti da nessuna parte perché tutto intorno a te, per chilometri e chilometri c'è solo erba secca. Ti frughi nelle tasche alla ricerca del telefono cellulare ma scopri di avere soltanto un accendino. Cosa fai?



 Soluzione: Dai fuoco all'erba creando un fronte largo circa 50 metri. Il vento spingerà il fuoco creando una vasta radura di erba bruciata. Tu entrerai in quella radura nella quale non potranno più svilupparsi le fiamme.

Un bagno molto salutare

Nel mezzo dell'oceano c'è uno yacht senza nessuno a bordo. Nei dintorni, molti cadaveri galleggiano sull'acqua. Informazioni addizionali: i passeggeri sono scesi in mare di loro volontà; tutti sapevano nuotare; non sono stati uccisi da nessun animale marino; l'acqua non è inquinata; lo yacht non ha nessuna avaria nè è incendiato; una scala di corda intatta pende fuori dallo scafo dello yacht. Come si spiega?




 Soluzione:Lo yacht era dotato di una scala che arrivava esattamente al livello dell'acqua quando lo yacht era a pieno carico. Dopo che tutte le persone si furono tuffate, l'imbarcazione, notevolmente più leggera, si alzò a tal punto che le persone non arrivarono più alla scaletta e non furono più in grado di salire sullo yacht.

Scavare una trincea

Due uomini stanno scavando una trincea. Ad un certo punto si guardano l'un l'altro e cominciano a discutere. Quindi fanno una telefonata (col cellulare). Dopo la telefonata, uno dei due uomini se ne torna a casa e l'altro continua a scavare, alquanto infuriato. Come si spiega?




 Soluzione: I due uomini dovevano scavare una unica trincea cominciando dai due estremi ed incontrandosi a metà strada. Purtroppo, uno dei due sbagliò traiettoria e quando si incontrarono, le due semi-trincee non convergevano sullo stesso punto. Telefonarono al loro superiore il quale ordinò all'uomo che aveva sbagliato, di correggere l'errore rifacendo una parte della sua trincea.

Non gettare oggetti dalla finestra!

Una donna lancia un oggetto dalla finestra di casa sua e proprio a causa di tale lancio rimane gravemente ferita. Come si spiega?


 Soluzione: La donna ha lanciato un boomerang.
Tre persone molto grasse tentano di ripararsi sotto un piccolo ombrello e nessuno si bagna. Come si spiega?



 Soluzione: si stanno riparando dal sole

Un cavallo alato

Un cavallo senza cavaliere vola sopra una torre e atterra su un uomo il quale sparisce.
Come si spiega?


Soluzione: Si tratta di una mossa del gioco degli scacchi nella quale un cavallo mangia un pedone.

Una pisciata letale

Un uomo muore mentre sta orinando.
Informazioni addizionali:
  • l'uomo si trova all'aperto;
  • è perfettamente sano;
  • se non avesse orinato proprio in quel posto non sarebbe morto.
Come si spiega?


Soluzione: L'uomo, senza saperlo, orinò su un cavo elettrico scoperto e collegato alla corrente.

Due padri e due figli

Due padri e due figli andarono a pescare e pescarono in tutto 9 pesci. Quando venne il momento di spartirsi i pesci scoprirono che ce n'erano esattamente 3 a testa. Come si spiega?
Informazioni addizionali:
  • non c'erano gatti nei dintorni;
  • si spartirono effettivamente 9 pesci;
  • non c'era nessun pesce dentro un altro pesce.

Soluzione: Le persone erano effettivamente tre: un ragazzo, suo padre e suo nonno. Due di esse sono padri e due sono figli.

Con quattro bulloni in meno

Un uomo sta viaggiando in auto su una strada di montagna quando fora una gomma. Mentre sta sostituendo la ruota della sua auto, i quattro bulloni, che aveva appoggiato per terra dopo averli svitati, rotolano giù dal precipizio. E' assolutamente impossibile recuperarli. Senza neanche un bullone com'è possibile fissare la ruota? L'uomo si rassegna a fare l'autostop. I suoi occhi s'illuminano quando si ferma una bellissima ragazza sola, a bordo di una potente fuoristrada. La ragazza ascolta il suo problema poi, senza neanche farlo salire, gli dà un suggerimento che gli permetterà di arrivare fino a casa con la sua auto. Qual è questo suggerimento?




 Soluzione: Togliere un bullone da ognuna delle altre tre ruote e fissare la ruota di scorta con tre bulloni. In questo modo ogni ruota è fissata con tre bulloni.

Una donna cammina sull'acqua

Informazioni addizionali:
  • l'acqua, in quel punto, è profonda 6 metri;
  • la donna cammina effettivamente sull'acqua e non su un ponte;
  • la donna indossa scarpe normali e non speciali galleggianti.
Come si spiega?

Soluzione: La donna cammina sulla superficie di un lago ghiacciato.

Uno strano caso di incontinenza

Un uomo, pur essendo regolarmente vestito, si piscia addosso. L'orina gli si spande in parte sul corpo, ma lui continua ad orinare come se niente fosse.
Informazioni addizionali:
  • l'uomo non è incontinente;
  • è perfettamente sveglio;
  • è perfettamente consapevole del fatto che sta orinando;
  • si trova in mezzo ad altre persone.
Come si spiega?


Soluzione: L'uomo indossa un costume da bagno e si trova in mare. Quando gli viene voglia di fare la pipì, la fa tranquillamente.

Insonnia

E' notte fonda. Un signore è seduto su un letto di una camera d'albergo. E' disperato perché non riesce a prendere sonno. Ad un certo punto fa una telefonata, aspetta che l'altro risponda, non gli dice niente, e dopo, finalmente, si addormenta.
Informazioni addizionali:
  • dopo un'ora circa quel signore si sveglia di nuovo e fa un'altra telefonata.
Come si spiega?



Soluzione: Il signore della camera accanto russa incredibilmente forte. La telefonata lo sveglia ed egli smette di russare. Dopo un'ora, siamo daccapo.

Se avesse acceso la luce!

Se Hugo avesse acceso la luce sarebbe ancora vivo!
Informazioni addizionali:
  • era in casa da solo e un ladro gli aveva sparato;
  • non era di giorno;
  • dopo che gli avevano sparato aveva fatto una telefonata.
Come si spiega?




Soluzione: E' notte. Hugo si trova nel suo salotto, è ferito gravemente e le luci sono spente. Per fortuna, prima di svenire riesce a raggiungere il telefono e a fare il numero del pronto soccorso. Hugo ha imparato quel numero talmente bene che sa farlo anche al buio.
Per sfortuna, poiché le luci sono spente, Hugo non si accorge che il telefono è alla rovescia e di conseguenza digita sulla tastiera un numero completamente sbagliato.
Se avesse acceso la luce!


Se avesse voluto un gelato crema e cioccolato!

Se Alex avesse voluto un gelato crema e cioccolato, suo fratellino sarebbe ancora vivo!
Informazioni addizionali:
  • il gelato crema e cioccolato era nel freezer;
  • il freezer era in cantina.
Come si spiega?



Soluzione: Il suo fratellino, che era molto piccolo, voleva prendere un gelato che si trovava in fondo al freezer. Purtroppo vi cadde dentro e lo sportello del freezer si chiuse.
Poco dopo Alex tornò da scuola e sua mamma gli chiese: "Vuoi un gelato crema e cioccolato per merenda?"
Alex rispose: "No, preferisco una mela!"
Se avesse voluto il gelato, sua mamma sarebbe andata a prenderlo nel freezer in cantina e avrebbe potuto salvare il fratellino di Alex che era ancora vivo.

La grande muraglia cinese

Un italiano che non è mai stato in nessun altro paese vede la Grande Muraglia Cinese con i suoi propri occhi.
Informazioni addizionali:
  • non sta guardando una fotografia né un quadro;
  • non sta guardando un filmato;
  • sta guardando e vedendo la vera Grande Muraglia Cinese;
  • non si trova in Cina.
Come si spiega?





Soluzione: Si trova su una navicella spaziale o sulla Luna. La Grande Muraglia Cinese è l'unica opera dell'uomo visibile ad occhio nudo anche dallo spazio.
Nota. Giustamente, Giovanni B. Leggio, fa notare che questa è soltanto una sorta di leggenda metropolitana priva di fondamento.
Come spiega bene Wikipedia: "Viene spesso indicata come l'unica opera umana visibile dallo spazio (o addirittura dalla Luna), un'affermazione che, per quanto suggestiva, è priva di ogni fondamento. Il motivo è molto semplice: anche se lunga più di 6.000 chilometri, la Grande Muraglia è larga meno di 10 metri, pertanto già a un centinaio di chilometri di altezza, e a maggior ragione da migliaia o centinaia di migliaia di chilometri, essa sarebbe irrimediabilmente al di fuori del potere risolutivo dell'occhio umano."

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